Bianco su bianco nell’irrealtà del silenzio. Poi un muso scuro ed ecco che appare un orso polare (o orso bianco).
Ma in realtà l’orso bianco non è affatto bianco, è nero. Lo si può notare dagli unici punti non coperti dalla pelliccia: il naso, le labbra e i cuscinetti delle zampe. I peli che lo ricoprono, chiari e cavi, permettono ai raggi ultravioletti del sole di raggiungere e scaldare la pelle nera. Così l’orso non soffre il freddo. Anzi, il suo problema più serio è il surriscaldamento. Spesso, dopo una lunga camminata, deve fermarsi e sdraiarsi sul pack a rinfrescare la pancia: alla folta pelliccia infatti si aggiunge anche uno strato di grasso spesso fino a 10 cm, che lo aiuta a stare caldo e a galleggiare quando si tuffa nel mare gelido.
L’orso polare è un nuotatore provetto. Le sue zampe enormi e la pelliccia impermeabile gli permettono di nuotare, e cacciare sott’acqua, a lungo.
Tra aprile e maggio, poi, si può assistere alle lotte tra maschi: il vincitore avrà il diritto di accoppiarsi con più femmine.
La coppia novella però dura ben poco, solo un paio di settimane, poi il maschio torna a vagabondare solitario, mentre la femmina deve impegnarsi a trovare la tana per l’inverno e a ingrassare quanto basta, di solito 200 chili, per mantenere anche i piccoli nel periodo invernale. I cucciioli nascono verso dicembre, quando la mamma è ancora in letargo.
Di solito sono due e pesano solo 600 grammi, circa 750 volte meno della loro mamma. La prima uscita dalla tana è verso aprile, e da quel momento la famigliola rimane unita per quasi tre anni.
Così piccoli e rotondetti, i cuccioli assomigliano proprio all’orsacchiotto di peluche che è esposto nelle vetrine dei negozi di giocattoli. Però guai ad avvicinarsi a loro! Mamma orsa, infatti, non li lascia mai soli a lungo, e l’incontro con una mamma arrabbiata e gigantesca è decisamente sconsigliabile...
Stella
1 commenti:
Wow davvero interessante! Mi piace!
Sole
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